vite parallele

 

 
 
 
 
 
 

 

 

 

 

Mentre ieri sera disputavamo la abituale Gara del venerdì il mondo dello sport subiva l'ennesima ferita.

 

 

Incidenti bestiali avvenuti fuori da un campo di Calcio hanno causato la morte di un giovane agente di polizia.

 

 

E' purtroppo il secondo episodio di questo tipo nell'arco di una settimana.

 

 

E' lecito domandarsi quale sia la direzione presa ormai dallo sport.

 

 

Sarebbe forse più realistico domandarsi quale sia la direzione presa in generale dalla società del terzo millennio, di cui lo sport  non è che un'espressione.

 

 

La domanda, al momento, è senza risposta, ma gli scenari che si prospettano all'orizzonte appaiono inquietanti.

 

 

Il nostro Club è apolitico, così come il nostro sito che ne è lo specchio.

 

 

Tuttavia è innegabile che là fuori c'è una vita che scorre parallelamente, cui non possiamo restare totalmente indifferenti.

 

 

Quella vita reale scorre affiancata a quella del nostro sodalizio da quasi mezzo secolo, come su una pista di Slot a due corsie sulla quale si fronteggiano due vetture che gareggiano fianco a fianco, senza mai toccarsi, pur rimanendo sempre oggettivamente legate tra loro.

 

 

Solo di rado quelle due vite parallele si sono sfiorate.

 

 

Ricordo in particolare una sera di circa trent'anni fa:

 

 

mentre mi recavo al Club fui fermato per un controllo da una pattuglia della polizia, fui fatto scendere e fui perquisito. Non capivo. Venni poi a sapere che a pochi metri dal nostro Club vi era stata un'irruzione nel covo delle brigate rosse di Via Fracchia e lì si era sviluppata una tragica sparatoria tra terroristi e Forze dell'Ordine, con molti morti e feriti.

 

 

Quell'evento storico, come capimmo poi, rappresentò addirittura un crocevia nel percorso della storia del nostro Paese.

 

 

Ne parlarono giornali e telegiornali di tutto il mondo. Tutto era accaduto lì, a poche decine di metri dalla sede dell'Autosprint Slot Club Genova, che in allora era collocata nella limitrofa Salita Oregina.

 

 

La vita reale, in quella occasione, era riuscita a sfondare il muro protettivo del nostro Club entrandovi prepotentemente.

 

 

Quella sera non si discusse di Slot nè si gareggiò, ma si rimase esterrefatti a guardare lo scempio fuori dalla nostra porta.

 

 

Ad eccezione di rarissime occasioni quel muro protettivo ha però sempre resistito agli attacchi esterni.

 

 

Varcare la porta d'ingresso del nostro Club è sempre stato un pò come entrare in una diversa dimensione, che ha anche aiutato alcuni di noi a superare tragici eventi personali.

 

 

Dobbiamo difendere strenuamente il piccolo universo che abbiamo creato, e nel quale abbiamo il privilegio di continuare a sopravvivere.

 

 

Dobbiamo ricordare sempre che il nostro non è un semplice Slot Racing Club, ma è un luogo magico dotato di una enorme forza carismatica, capace di vivere una vita propria, rifiutando le regole della vita reale.

 

 

Quella stessa vita reale nel contesto della quale ieri sera, durante un evento sportivo, analogo a quello che si celebrava nel nostro Club, un agente di polizia ha perso stupidamente la vita, evidenziando in modo ormai inoppugnabile l'irreversibile declino dei costumi e delle leggi.

 

 

(M.B.) (3 Febbraio '07)