I leggendari "Camions" degli anni '70

 

Gli anni '70 furono un'epoca leggendaria per lo Slot genovese.

 

A quei tempi, peraltro, i mezzi  a disposizione erano ridottissimi, quasi inesistenti.

 

I pezzi con i quali venivano autocostruite le Slot-cars pervenivano, per i più fortunati, dagli USA o dalla Gran Bretagna ove lo Slot-racing era invece già abbastanza diffuso.

 

In mancanza occorreva dare fondo alla fantasia ed all'estro.

 

In quella particolare situazione costruire una Slot-car era un'autentica impresa.

 

Vi era chi riciclava gli ingranaggi di un orologio, chi utilizzava motori destinati al modellismo navale ed aereo, chi smontava le ruote di un'auto a frizione, chi utilizzava i cuscinetti a sfere delle macchine per scrivere e chi, per montare le spazzole, utilizzava il cavo dell'antenna TV.

 

Il tutto veniva poi abilmente assemblato, verniciato (con le primissime bombolette spray in commercio), incollato e saldato fino a divenire, come per magia, una vera Slot-car

 

Vedere questo insieme di pezzi appiccicati tra loro, prendere vita, emettere  un suono, cominciare a muoversi e poi, infine, gareggiare, era un'emozione davvero grandiosa.

 

Il contesto storico che ho cercato di descrivere è quello in cui nacquero i Camions.

 

Più che un prodotto dell'arte di arrangiarsi che peraltro caratterizzava quell'epoca, essi furono il frutto di un autentico colpo di genio: il genio slottistico di Carlo Labruna.

 

Fu infatti, a mio avviso, la categoria più bella della storia del nostro Club.

 

Ricordo la mia prima vittoria in una gara del Campionato Camions con grande emozione, senz'altro maggiore di quella che provai in tante  importanti gare nazionali nelle quali, eppure, riuscii ad ottenere anche qualche risultato lusinghiero.

 

Ero un ragazzino di quindici anni e la sera dopo la vittoria, ancora incredulo per aver ottenuto quel successo, tenni il mio meraviglioso Camion giallo sul comodino, accanto al letto, guardandolo fisso prima di addormentarmi.

 

Sento ancora l'odore del "liquido" dispensato dalle gomme, vedo le "scritte" pazientemente realizzate con i "caratteri trasferibili", le viti "parker" che fissavano la carrozzeria, i "tubetti cavi di ottone da 3mm" abilmente saldati tra loro ed il poderoso motore "Mabuchi 26D".

 

Quella sera mi addormentai e poi sognai il mio Camion, lo vidi ancora correre, sfrecciare, superare tutti e poi vincere, emettendo un sibilo acuto e meraviglioso che non ho mai più sentito emettere da alcuna delle migliaia di Slot-cars che ho posseduto ed ancora possiedo.

 

E pensare che quel Camion giallo era formato da  un insieme di pezzi estemporaneamente appiccicati  tra loro.

 (M.B.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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